Le case in affitto in Costa del Sol sono troppo costose?
Bene vado a vivere in camper!
Qualcuno avrà sicuramente pensato a questa opzione, lo sappiamo per certo perché qui da noi ci sono moltissimi “fulltimers”, quindi persone single, coppie e anche qualche famiglia che hanno deciso di vivere per scelta o necessità anche solo temporanea in autocaravan o roulotte.
Ma cosa dice la legge in Spagna a riguardo? E’ legale vivere stabilmente in un veicolo ricreazionale, quindi da nomadi?
Su questo quesito si apre un vero ginepraio, in quanto la normativa nazionale vieta di pernottare o campeggiare al di fuori delle aree designate a tale scopo.
Poi però si scopre che ciascuna regione autonoma ha le sue regole e che addirittura ciascun comune può deliberare in merito.
Il primo consiglio pertanto è quello di informarsi presso le autorità locali.
Le regioni di Spagna più rigide e ligie alla normativa nazionale sono comunque Andalusia, Aragona e Asturia, che proibiscono il campeggio libero nella sua totalità.
Regioni come le Isole Baleari, Cantabria e Catalunia hanno invece regole ed eccezioni proprie.
Il requisito essenziale in qualsiasi situazione per poter condurre una vita da nomade resta sempre e comunque l’“empadronamiento”.
Si può risiedere in Spagna conducendo una vita da nomadi, anche nelle regioni con le normative proprie più severe, ma bisogna richiedere il domicilio (appunto il “padrón municipal”).
L’articolo 15.1 della “Ley 7/1985, Reguladora de las bases de Régimen Local” prevede che si debba individuare e scegliere un indirizzo che serva come residenza fissa.
Allora si potrebbe pensare di affittare un terreno e collocarci il proprio veicolo, come fanno in molti qui da noi (agevolati da un clima meraviglioso tutto l’anno), così da disporre di un indirizzo fisso da fornire all’autorità locale, ma senza dover sborsare una cifra mensile troppo elevata come la classica opzione abitativa in una casa.
Subentra però un problema non indifferente con questa scelta: per vivere legalmente nella “casa rodante” (autocaravan o roulotte) bisogna ottenere il certificato di abitabilità, aprendo così un tramite amministrativo complesso e laborioso.
In assenza di un amico o parente che ci accetti nel suo nucleo familiare e ci permetta di domiciliarci presso di lui, non ci resta che una sola possibilità legale: richiedere l’”empadronamiento en infraviviendas”, letteralmente sarebbe la richiesta di ottenimento di un domicilio per una persona/famiglia che vive in baracche, roulotte, grotte…in pratica senza un tetto fisso sopra la testa.
In tal caso il veicolo ricreazionale sarebbe registrato come un luogo di “empadronamiento” e considerato una “infravivienda”, comunque passibile di ottenere un domicilio ed un indirizzo.
In tale evenienza i servizi sociali o il dipartimento incaricato di quel comune dovranno verificare che la “struttura” sia adeguata per essere considerata una dimora vivibile.
Poi gli stessi operatori dei servizi sociali verificheranno con accessi più costanti che questa persona effettivamente vive in quella struttura e presso quel municipio in forma abituale.
Per ultimo gli stessi dovranno stabilire un indirizzo che figuri come residenza ufficiale di questa persona, in funzione della continuata permanenza abitativa in quella stessa struttura, indirizzo che quindi sarà indicato nel “padrón municipal” di questa persona.
L’”empadronamiento” è un diritto dovere in Spagna, per avere accesso ai servizi pubblici, alle comuni pratiche burocratiche di un paese civile, all’iscrizione dei figli a scuola e a tanti altri processi amministrativi.
Le persone senza fissa dimora o che comunque non riescano a fornire un documento valido che accrediti il domicilio in quella struttura (si pensi agli occupanti di immobili senza contratto di locazione, chi vive in autocaravan o roulotte, i poveri che vivono in baracche o per strada) possono così accedere al procedimento citato sopra di “empadronamiento sin domicilio fijo”, a patto di rispettare attentamente le normative locali.