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Agenzie per trasferirsi in Spagna

Happy father carries daughter on suitcase. Mother stands near car

State cercando su internet agenzie per trasferirsi in Spagna?

Bene, facciamo il punto su cosa significa fare il “relocator” in un paese straniero, poi diamo alcuni suggerimenti per non cadere in errore nella scelta di una agenzia di ricollocamento.

La figura professionale della “relocation” nasce dall’esigenza di molte persone di trasferirsi a vivere all’estero per motivi di lavoro (esempio un distaccamento di personale dipende di un’azienda, con famiglia al seguito) ma anche per spinta migratoria dovuta a fattori ambientali, culturali ed imprenditoriali.

La “ricollocazione” pertanto è necessaria per ricostruire i punti di riferimento in un nuovo paese.

A cosa ci riferiamo?

In “primis”, a regolarizzare la posizione documentale personale del capofamiglia e di tutti i membri del nucleo familiare.

Ciò può sembrare apparentemente una banalità, ma non lo è affatto, soprattutto se non si conosce bene la lingua ne la giusta sincronia tra i vari passaggi.

I parametri personali da considerare sono molti, dall’età delle persone, alla loro conoscenza linguistica del paese ospitante, fino alla cittadinanza (se comunitaria o extra-comunitaria), senza dimenticare il tempo che ciascun paese concede per completare l’iter burocratico.

Contemporaneamente c’è la necessità di trovare una collocazione abitativa in un territorio sconosciuto, quindi si rende necessario un “tour” esplorativo del territorio con un adeguato servizio di orientamento per evitare di perdere tempo e denaro.

Scelta la zona, va individuata l’abitazione che rispetti i requisiti imprescindibili che richiedono tutti i familiari. Crediamo per esperienza diretta che questo sia l’aspetto più complicato che deve gestire un “relocator”, includendo la negoziazione del contratto, la verifica delle clausole contrattuali (che non siano capestro) ed i servizi di allacciamento delle utenze domestiche.

Attorno alla nuova casa si ricostruiscono i nuovi punti di riferimento tra cui spiccano l’individuazione della scuola per i figli e l’assistenza sanitaria in funzione della competenza territoriale.

In ultimo vi sono altri servizi fondamentali per rispettare le norme del paese ospitante cui si deve ottemperare, ad esempio il cambio targa dei veicoli, il cambio del “chip” degli animali domestici con l’adeguamento delle vaccinazioni obbligatorie in tale paese e, sempre a titolo meramente esemplificativo, l’omologazione dei titoli scolastici, accademici o professionali per svolgere la propria attività lavorativa.

A proposito, e il tema lavoro ?

Altri servizi di ricollocazione possono riguardare la stesura di un adeguato curriculum vitae per proporsi nel paese ospitante oppure l’iscrizione nel locale servizio di collocamento, se si desidera un contratto di lavoro dipendente.

Ma vi è chi necessita creare una propria attività autonoma, in forma individuale o societaria, quindi si rende necessario prestare l’assistenza adeguata anche a livello commerciale e fiscale per consentire il completamento sereno del trasferimento nel nuovo paese scelto.

In mezzo a tutto ciò, l’agenzia di ricollocazione deve occuparsi (o meglio, dovrebbe, usiamo il condizionale) di tutte quelle problematiche ed imprevisti che sempre sorgono durante il percorso di assistenza del proprio cliente in terra straniera.

Ebbene, veniamo al dunque: come scegliere una agenzia che faccia al caso vostro e non vi lasci in mezzo al guado senza supporto nei momenti critici ?

Alcuni consigli che ci sentiamo di dare dopo aver assistito decine e decine di persone, famiglie e imprenditori in questi anni su suolo spagnolo.

  1. Diffidare da improvvisati e faccendieri.
    Sono la peggiore categoria che si possa trovare all’estero, è un malcostume tipico non solo di noi italiani ma di altri popoli, cioè approfittarsi di connazionali solamente perché si vive in quel determinato luogo. Ciò non è garanzia di serietà ne di professionalità
  2. Cercare agenzie che operino realmente e direttamente in loco.
    Laddove possibile consigliamo di affidarsi ad agenzie e/o professionisti che abbiano sede nel paese di destinazione, non solamente in Italia, affinché ci sia una o più persone fisicamente presenti in ogni passaggio ed in ogni momento della ricollocazione familiare, che vi possano accompagnare mano nella mano nei vari uffici.
  3. Creare una relazione umana e di empatia con chi vi assiste.
    Forse l’elemento più apprezzato da chi vuole trasferirsi in un paese straniero, poter creare un “legame” di fiducia reciproca con chi vi assiste, che non deve essere un mero “dipendente” dell’agenzia, ma possibilmente il titolare stesso che quindi non verrà mai sostituito nel corso dell’assistenza per nessun motivo. Ciò garantirà un maggior rispetto nei tempi di trasferimento, nella qualità del servizio e nell’appoggio anche morale ed umano in caso di difficoltà durante il cammino. Ricordate tra l’altro che un collaboratore non è da voi direttamente pagato, quindi non sempre avrà l’attenzione, il riguardo e l’empatia necessaria in ogni momento che vi potreste giustamente aspettare, quand’anche questi elementi dipendessero esclusivamente da un fattore economico.
  4. Evitare i pacchetti “preconfezionati”.
    Un trasferimento all’estero non può essere mercificato, un’agenzia seria tratterà voi come persone non come pacchi, con le vostre specifiche esigenze e necessità. Pertanto sconsigliamo di accettare pacchetti precostituiti e standardizzati, sebbene “low cost”, in quanto ciò che può andar bene per alcuni non significa che possa andar bene anche per voi, e sbagliare a mettere il primo piede in un paese straniero può generare sfiducia e delusione riguardo le aspettative iniziali, con esiti talvolta estremamente negativi anche in termini di perdita economica. Come si suol dire, “chi meno spende più spende”, però a volte il prezzo elevato da pagare per una scelta sbagliata è il rientro nel proprio paese con le pive nel sacco.
  5. Allontanarsi dai “tuttologi”.
    A ciascuno il suo mestiere, verrebbe da dire. Accertatevi sempre che chi si occupa di voi, in quel determinato passaggio della ricollocazione, abbia i requisiti professionali per potervi assistere.

    In conclusione, accertatevi a priori di non essere trattati come numeri o pacchi postali, esigete il mantenimento dell’assistenza diretta in loco da parte della stessa persona per tutti i passaggi, accertatevi che la medesima conosca effettivamente la lingua e le norme del paese ospitante e, “dulcis in fundo”, testate per quanto possibile la sua disponibilità umana nel potervi aiutare anche quando le cose si dovessero complicare e fosse richiesto, da parte sua, un ulteriore piccolo sforzo extra-contrattuale.

    Ricordate che la relazione umana che si crea in un trasferimento internazionale è decisamente più importante di una clausola contrattuale.

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