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Licenza di apertura attività commerciale in Costa del Sol

Bureaucracy and Paperwork

In questo articolo vogliamo fare chiarezza sulla licenza di apertura attività commerciale in Costa del Sol, considerata l’importanza del tema soprattutto in Andalusia, la regione spagnola che conta il maggior numero di bar e ristoranti (le più diffuse attività commerciali qui presenti) , ben 47.000 esercenti, più di tutti quelli presenti in Danimarca, Irlanda, Finlandia e Norvegia messi insieme, giusto per fare un paragone. Sarebbe opportuno conoscere bene i requisiti necessari già in fase preliminare, quindi prima della ricerca del locale da adibire all’attività prescelta e reperire tutte le dovute informazioni direttamente nel Comune di riferimento o rivolgendosi ad imprese specializzate. La licenza di apertura è una licenza municipale obbligatoria affinché un locale, magazzino o ufficio possa esercitare una attività commerciale, industriale o di servizi. Si concretizza in un documento che attesta il rispetto dei requisiti propedeutici all’attività che si vuole intraprendere. La licenza viene concessa al titolare dell’attività, quindi all’imprenditore, non essendo legata in alcun modo alle mura dei locali che la ospitano. Dovrà essere rinnovata ogni volta che venga modificata l’attività svolta, che vi siano variazioni nei locali adibiti o quando cambi il titolare dell’impresa, per esempio in caso di cessione d’azienda (traspaso).Onde evitare spiacevoli conseguenze a posteriori, consigliamo di effettuare tutte le verifiche del caso prima di concludere l’acquisto o l’affitto di locali commerciali, anche nell’ipotesi in cui già sia esercitata all’interno degli stessi la medesima attività che si intende sviluppare, visto che la normativa con il passare del tempo può aver subito modifiche ed essere diventata più stringente e severa. 

Esistono due tipi di licenza di apertura attività, che cambiano in funzione del livello di disturbo, danni e rischi a persone che può arrecare l’attività da sviluppare:

a) attività innocue: sono quelle che non causano particolari disturbi o problemi alle persone, in termini di impatto medioambientale (salubrità, igiene), danni a beni pubblici o privati né rischi per persone o cose. Ne sono un esempio molti piccoli negozi di moda, di prodotti alimentari non deperibili, uffici per l’erogazione di diversi servizi;

b) attività qualificate: sono invece quelle considerate come moleste, insalubri, nocive e/o pericolose, tra cui le attività alberghiere, industriali, determinati commerci e servizi, che necessitano il rispetto di requisiti sanitari, di sicurezza e/o medioambientali. Molte di queste si possono realizzare solo in zone industriali all’uopo predisposte.

Le prime (a) richiedono un iter molto semplice per il loro ottenimento, con meno requisiti da soddisfare e costi da sostenere. Le seconde (b), che ci riguardano più da vicino perché comprendono anche le attività di produzione e somministrazione di alimenti e bevande, sono più complicate da ottenere e decisamente più onerose, in quanto bisognerà necessariamente rivolgersi a professionisti (architetti, ingegneri, progettisti ecc…) che possano redigere un progetto tecnico di fattibilità in base alle norme comunali ed al locale individuato. In base all’attività da realizzare servirà la stesura di un progetto tecnico completo dal punto di vista urbanistico, industriale, sanitario, giuridico e medioambientale, ma anche l’autorizzazione della «comunidad» nella quale si vuole porre in essere l’esercizio commerciale. Ad ogni modo per qualsiasi tipo di attività bisogna tenere in particolare considerazione i seguenti aspetti:

  • normative per l’accesso di persone disabili
  • permessi per realizzare ristrutturazioni e opere nei locali
  • insonorizzazione delle mura
  • igiene e manipolazione degli alimenti
  • costi della licenza di apertura

Per questo ultimo aspetto vanno preventivate due componenti: la tassa comunale, calcolata in funzione di diversi parametri tra cui la rilevanza commerciale della via cittadina, la dimensione del locale e il tipo di attività, nonché i costi del progetto tecnico, che possono variare in funzione della complessità dell’attività da realizzare.

La licenza di apertura fino all’anno 2012 andava richiesta in via preventiva rispetto all’inizio dell’attività, elaborando e certificando il progetto tecnico, pagando le imposte e tasse corrispondenti e presentando in ultimo la richiesta di licenza di apertura all’ufficio comunale competente. Poi su sollecitazione di norme europee volte a ridurre la componente burocratica legata alla creazione di nuove attività commerciali sono state introdotte delle importanti novità, tra cui la cosiddetta «licencia express». Trattasi della «declaración responsable o  comunicación previa», una dichiarazione di responsabilità prodotta dal titolare della nuova impresa con cui lo stesso attesta al comune di aver rispettato le previsioni legislative inerenti l’attività realizzata, di possedere tutta la documentazione che lo comprova, così come il progetto tecnico, e infine di aver pagato i tributi e le tasse dovute. In tal modo è possibile iniziare immediatamente l’attività senza dover procedere con la richiesta preventiva di licenza, il cui tempo di emissione da parte degli uffici pubblici è sempre stato troppo lungo, fino anche a 11 mesi dalla data della richiesta. Resta inteso che gli uffici pubblici a posteriori procederanno a verificare l’attendibilità della dichiarazione di responsabilità presentata, accertando che siano rispettate le condizioni e i requisiti di legge per l’esercizio dell’attività commerciale. Pertanto provvederanno a realizzare le ispezioni pertinenti nei locali, verificare la congruità dei pagamenti effettuati e l’esistenza della documentazione in possesso: in caso di irregolarità procederanno con il blocco dei lavori o direttamente con la chiusura dell’attività commerciale. La «licencia express» è consentita solo nel caso in cui i locali non superino i 300 metri quadrati. Nel concreto questa nuova norma introdotta ormai da diverso tempo non ha determinato grandi cambiamenti nei costi o nei requisiti documentali, solo ha regolarizzato la messa in moto immediata dell’attività commerciale, considerato che anche prima della sua introduzione era consuetudine anticipare l’apertura dei locali ed il loro funzionamento rispetto al rilascio della licenza, adducendo come motivazione il «silenzio amministrativo» da parte del competente comune, comportamento generalmente tollerato, purché suffragato dalla correttezza della documentazione consegnata agli uffici.

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